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bulbo oculare I recettori visivi, sono recettori sensoriali (esterocettori, recettori elettromagnetici o fotorecettori) rappresentati dai coni e bastoncelli della retina (che è un'estensione del sistema nervoso centrale), inviano all'encefalo informazioni sull'ambiente esterno. In particolare la zona foveale (nella fovea si raggruppano la maggior parte dei recettori retinici) della retina analizza in maniera precisa l'oggetto di maggior interesse, fornendoci stabilità posturale laterale (movimenti destra-sinistra). La zona retinica periferica, invece, invia contemporaneamente informazioni sull'insieme ambientale, consentendo la stabilità posturale antero-posteriori (movimenti avanti e dietro).
Le sensazioni visive di forma, rapporti spaziali e colore arrivano alla corteccia cerebrale dove vengono processate dando, a loro volta, origine a risposte del sistema motorio degli occhi.

muscoli oculomotori La stabilità visiva, in tutte le situazioni (focalizzazione), viene garantita dai sei muscoli oculo-motori (retto sup., inf., med., obliquo sup. e inf.), innervati dai tre paia di nervi cranici (3°, 4°, 6°), dalla pupilla che si dilata o restringe, tramite il muscolo dell'iride, e dal cristallino che cambia il suo raggio di curvatura tramite il muscolo ciliare (questi ultimi due muscoli sono involontari e innervati dai due nervi cranici 3° e 4°): sono i riflessi oculomotori, derivanti dai segnali della corteccia cerebrale in arrivo ai nuclei cranici oculomotori, in risposta agli inputs visivi (forma, rapporti spaziali, colore). I due occhi, lavorando come un unico organo, localizzano un oggetto stimolando i punti corrispondenti (elementi visivi dei due occhi che condividono la direzione visiva) delle due retine così che esso possa apparire unico. L'input visivo viene considerato dal sistema posturale se la mira visiva è distante massimo 5 metri (campo visivo vicino). In caso contrario le informazioni derivanti dai recettori visivi verrano trascurate.

A differenza dell'elaborata e complessa informazione derivante dagli esterocettori cutanei e dai propriocettori, l'orecchio interno e l'occhio trasmettono all'encefalo una percezione diretta dell'ambiente esterno. Il 90% delle informazioni arriva infatti all'encefalo tramite questi ultimi due canali. Però, affinche il sistema tonico posturale possa utilizzare le informazione visive per il mantenimento dell'equilibrio, occorre che esse siano comparate con quelle derivanti dall'apparato vestibolare e cutaneo-propriocettivo (in particolare dall'appoggio plantare). L'occhio infatti non riesce a distinguere, da solo, se lo scorrere dell'immagini sulla retina sia dovuto al movimento dell'occhio, della testa o dell'intero corpo.

Problematiche visive sono in grado di comportare disturbi posturali. Diversi studi hanno dimostrato che un'eccessiva tensione dei muscoli extraoculari (indotta tramite prismi o lenti mal centrate) è in grado di provocare rotazioni compensatorie della testa e conseguentemente della schiena. Un lieve astigmatismo o uno strabismo possono costringere il collo a una posizione scorretta con possibili ripercussioni che scendono fino ai piedi, i quali compensano modificando l'appoggio innescando così un circolo vizioso che porta a un progressivo peggioramento della situazione.
D'altro canto, talune alterazioni posturali, propriocettive muscolari ed esterocettive podaliche (appoggio podalico) nonchè problematiche dell'apparato stomatognatico, possono essere, a loro volta, causa di disfunzioni ottiche o coesistere con quest'ultime. In alcuni casi di strabismo, ad esempio, l'atteggiamento laterale viziato della testa sul collo ha valore diagnostico. Alterazioni posturali possono modificare il complesso meccanismo della visione binoculare. La visione fisiologica, infatti, è il risultato di una complessa azione sinergica di gruppi muscolari e di reazioni a stimoli neurologici. I muscoli oculomotori, oltre che con i muscoli oculari intrinseci e delle palpebre, funzionano in stretta sinergia con i muscoli facciali e del collo (i muscoli trapezio e sternocleidomastoideo possediono un'innervazione cranica, tramite l' XI nervo cranico o accessorio spinale). Circa il 20% delle fibre nervose derivanti dagli occhi formano sinapsi con neuroni provenienti da aree motorie prima di raggiungere la corteccia cerebrale. La corretta focalizzazione oculare arriva alla massima stabilità quando il bambino aquisisce una corretta sincronizzazione della deambulazione a circa 11-12 anni (i cinesi da tre millenni collegano occhio e piede con tre meridiani di agopuntura).
Nei casi in cui il problema visivo è primario rispetto a quello posturale, esso richiede un prioritario trattamento tramite riabilitazioni e cure oculistiche specifiche (i primi 4-6 mesi di vita risultano determinanti per lo sviluppo futuro della vista, pertanto la prevenzione gioca, come sempre e qui in modo particolare, un ruolo determinante). Viceversa, quando il difetto visivo ha origine posturale, la correzione tramite occhiali e la rieducazione visiva non saranno risolutivi, in quanto secondari nell'ambito di un programma di rieducazione posturale.
Da ricordare, infine, che problematiche oculomotorie possono avere origine vestibolare e difetti della vista possona derivare da stress, stati depressivi, stanchezza ecc. nonchè da alimentazione scorretta.

Patologie visive cause di squilibri tonici-posturali:

  • vizi di refrazione, miopia, ipermetropia, astigmatismo
  • anisometropie (causate da diverse gradazioni ottiche tra i due occhi, con conseguenti errori prismatici indotti orizzontali o verticali)
  • errori di centratura ed effetti prismatici indotti
  • alterazioni della dominanza oculare
  • ambliopia (deficit della visione centrale mono o bilaterale che insorge nei primi anni di vita, nel quale non sia dimostrabili alterazioni manifeste delle strutture oculari e che, se trattato adeguatamente e tempestivamente, è suscettibile di miglioramento o regressione)
  • disturbi di convergenza
  • strabismo
Il segno più evidente e comune a tutte le anomalie neuromuscolari degli occhi è un alterato allineamento degli assi visivi (strabismi):
- eteroforie strabismi latenti, ossia che non si manifestano grazie al processo di fusione oculare (fissazione di un oggetto);
- eterotropie strabismi manifesti ovvero non tenuti sotto controllo dal meccanismo di fusione oculare.
Lo strabismo si divide inoltre in due tipi:
- strabismo concomitante in cui la deviazione dell'asse oculare è sempre la stessa indipendentemente dalla direzione dello sguardo;
- strabismo non concomitante in cui vi è paresi (riduzione della motilità) o paralisi (perdita della capacità di contrazione) di uno o più muscoli oculari così che la deviazione oculare varia nelle diverse direzioni di sguardo ed è maggiore quando gli occhi sono rivolti verso la direzione di azione del muscolo paretico o paralitico.

L'esatto allineamento degli occhi è garantito da un normale funzionamento oculomotorio, sensoriale e di fusione. La fusione oculare è un processo che consente al cervello di unire in un'unica immagine le impressioni visive ricevute dai due occhi (esse vanno a stimolare i punti corrispondenti, ossia con comune direzione visiva, delle due retine); se ciò non avviene si ha il fenomeno della diplopia ossia si "vede doppio". Tale processo matura normalmente al sesto mese di vita e indica il completamento dello sviluppo della visione binoculare; la corretta focalizzazione oculare arriva alla massima stabilità quando il bambino aquisisce una corretta sincronizzazione della deambulazione a circa 11-12 anni.

Nelle patologie e problemamtiche visive la prevenzione è piu che mai detrminante. Nel neonato le caratteristiche morfologiche e strutturali delle vie visive sono differenti da quelle dell'adulto. L'apparato visivo, anche se già relativamente maturo alla nascita, nei primi mesi di vita risente in maniera determinante dell'influenza ambientale. La maturazione visiva è una maturazione legata allo stimolo; per la funzione visiva è l'imput sensoriale che contribuisce in maniera determinante a strutturare la funzione stessa (se un bambino viene tenuto in totale assenza di stimoli, la sua vista non si svilupperà). La corteccia cerebrale visiva alla nascita è immatura sia dal punto di vista anatomico che funzionale. Questo sviluppo dipende in gran parte dall'esperienza visiva aquisita in un breve periodo di circa 4 mesi, definito "periodo critico". In questo periodo il sistema visivo è estremamente sensibile e plastico, risente cioè moltissimo degli effetti positivi o negativi di stimoli adeguati o scorretti; è il periodo in cui vanno tempestivamente rimosse le cause più gravi di deprivazione visiva. Nei primissimi mesi di vita avviene una riorganizzazione anatomica delle connessioni all'interno della corteccia visiva che sviluppano l'accomodazione, la convergenza e i movimenti oculari rapidi (saccadi) che consentono di dirigere prontamente gli occhi verso un oggetto.
Tra il quarto e il sesto mese il bambino è in grado di fissare un oggetto, di seguirne i movimenti e di volgere rapidamente lo sguardo verso uno stimolo visivo. Al sesto mese, col maturare del processo di fusione oculare, che consente al cervello di unire in un'unica immagine le impressioni visive ricevute dai due occhi, lo sviluppo della visione binoculare singola è completato.
Una volta aquisita, la funzione sensoriale e motoria degli occhi del bambino diviene stabile a circa 11-12 anni contemporaneamente al completo sviluppo dell'equilibrio (mentre la postura vede già la sua strutturazione a circa 6 anni).
Pertanto un ostacolo alla normale maturazione dell'apparato visivo, che appare nei primi 6 mesi di vita, può determinare un danno grave e spesso irreversibile (arresto dello sviluppo) mentre, se il problema si presenta dopo il sesto mese, vi è di norma una sua regressione o estinzione, il danno risulta comunque minore e un trattamento tempestivo (riabilitazione ortottica e oculistica) fornisce in genere risultati soddisfacenti.
Da tutto ciò risulta evidente l'importanza, anche in ambito posturale, dell'appropriata prevenzione e cura della funzione visiva.

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Pagina aggiornata il 22/01/2010
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